18 dicembre 2018Ancora Lionel Messi per la quinta volta in carriera: così l’attaccante argentino ha ricevuto la Scarpa d’oro come miglior marcatore in Europa: 34 gol in 68 partite con il Barcellona nella scorsa stagione, precedendo l’egiziano Mohamed Salah del Liverpool e l’inglese Harry Kane del Tottenham. Rimane nella squadra satellite del Real Madrid per stagioni, in cui viene schierato spesso come titolare. Ce la vedete una squadra che vince per la prima volta la coppa dei campioni e rinuncia a giocare la coppa intercontinentale l’anno dopo? L’Atletico Madrid è tuttora uno dei club più indebitati d’Europa che, nonostante da un lustro abbia avuto una gestione tecnico/sportiva pressoché perfetta, deve continuare a far cassa cedendo i propri giocatori per poter tirare avanti. Anconetani, nonostante l’insoddisfacente annata, scommise nuovamente sul ragazzo venuto dall’Ajax, consegnandogli le chiavi dell’attacco nerazzurro nella stagione successiva, quella che avrebbe dovuto rappresentare il riscatto di tutta la società, fresca di retrocessione in Serie B. E come nelle migliori favole, Pisa poté improvvisamente ammirare tutte le doti di Kieft che erano rimaste in ombra nei mesi precedenti. Ma la prima metà del campionato 1983-1984 fu sconcertante: Kieft faticava ad inserirsi nei meccanismi della squadra, nonostante mister Vinicio gli continuasse a dare fiducia ogni domenica.
Una rete subita nei play-off. Il pubblico pisano, da sempre caustico e tranciante nei propri giudizi, non perdonò a Kieft le difficoltà di ambientamento, e gli affibbiò un soprannome che poi, con il tempo, sarebbe diventato una sorta di vezzeggiativo: ‘Pennellone’. Il tridente Baldieri – Kieft – Berggreen fece innamorare tutti gli sportivi nerazzurri, estasiati dalla classe cristallina e dallo strapotere fisico dei tre là davanti. I palloni scodellati in area di rigore spesso suonavano a morto per le difese avversarie, grazie all’abilità nel gioco aereo del numero 9. L’intesa con Berggreen divenne fenomenale, e la sua proverbiale freddezza nordica gli consentì di diventare il rigorista della squadra. E pensare che, se avessero dato retta all’alfabeto, in quella nazionale avrebbe avuto il numero 1. Non lo ebbe proprio perché era il numero uno per davvero. Pisa, da sempre città fiera e orgogliosa dei propri tesori e delle proprie ricchezze, a metà anni ’80 ebbe il proprio cigno, che fece sognare migliaia di tifosi grazie alle sue doti da centravanti moderno e ad un attaccamento eccezionale alla maglia nerazzurra. Grazie ai suoi gol e alle sue giocate, al suo stile compassato ma al contempo elegante e potente, l’Arena Garibaldi per tre anni poté ammirare il suo cigno, e ammirare le gesta di un formidabile stoccatore.
Per questo motivo il nome della società passa da essere Athletic Club ad essere Atlético de Bilbao. Olympique Lione, in cui segna una doppietta, che lo fanno tesserare dalla società. Domenica 10 dicembre, prima del fischio d’inizio della 18° giornata, Kieft salirà nuovamente le scalette che portano al terreno di gioco, per ricevere il giusto tributo da parte del suo pubblico ed essere omaggiato dal numero uno della società di una maglia numero 9 celebrativa. Vengono inoltre ceduti, per fare cassa, Albiol, Callejón e Higuaín al Napoli. Entrambi al Napoli? Non esageriamo. Parlando di quanto fatto dai suoi predecessori, Zidane ha concluso: ” L’anno scorso abbiamo vinto la Champions. Siamo sicuri che se il povero Hector avesse vinto almeno una di quelle due Champions con quel Valencia operaio, oggi sarebbe ricordato come un vero guru della panchina alla stregua degli Happel, Clough, Rehhagel, Hitzfeld. Ma nell’immaginario collettivo della città la sua maglia numero 9 è rimasta uno degli emblemi del sogno reso realtà da Anconetani.
Il campionato 1985-1986 fu anche l’ultimo di Kieft con la maglia nerazzurra. Kieft si ripeté anche la settimana dopo, nel bel pareggio sul campo della Fiorentina, lasciando sperare tutta la città in un suo risveglio. Pisa e i pisani fra la fine degli anni ’70 e la prima metà degli anni ’90 hanno vissuto un’epoca sportivamente magica, in cui la maggior parte dei sogni venivano esauditi grazie alle intuizioni straordinarie di un uomo che aveva nel Pisa Sporting Club la sua unica ragione di vita. Andò in America, insieme a tanti giocatori a fine carriera, a cercare di lanciare il Soccer, la versione a stelle e strisce del Calcio. Dopo la fine della stagione 1976-77 inizia un periodo poco brillante sia per il gioco, sia per i risultati poco edificanti. Fondata nel 2002 in seguito alla fusione con il Leioa EFT, nella stagione 2013-2014 gioca nella Superliga Femenina, il massimo campionato del calcio femminile spagnolo. La critica aveva amato di più l’opera seconda del regista Troisi («Scusate il ritardo», 1983), Manon fu sempre generosa con l’autore, salvo poi tributargli grandi encomi postumi dopo le quattro nominations de «Il Postino» che nel 1996 fruttarono al film l’Oscar per la colonna sonora di Luis Bacalov.
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